Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Emiliano presidente Anci? Una sfida per il Pd e per il Sud

Pubblicato su da Antonio

Funziona così: i sindaci si riuniscono nelle sedi regionali ed eleggono i propri delegati all'assemblea nazionale, già convocata per il 5 ottobre prossimo. Saranno ottocento e toccherà a loro, ai delegati, eleggere il nuovo presidente nazionale dell'Associazione dei Comuni, l'Anci.

La storia, lunga 110 anni, dice che al vertice non c'è mai stato un esponente di centrodestra: prima democristiani, poi di sinistra, e il motivo si capisce considerando la predominanza dei primi cittadini di quell'area. Gli ultimi sono stati del nord, Chiamparino (Torino) e Domenici (Firenze), per trovare un sindaco del sud dobbiamo risalire fino alla fine degli anni Novanta, quando Enzo Bianco (Catania) sfilò la presidenza all'ambizione di Francesco Rutelli, allora sindaco della Capitale. Tra parentesi: Bianco brillò per le assenze, la sua è la rassegna stampa più scarna.

La prevalenza dei settentrionali si spiega con un dato: è il nord ad avere la maggiore quantità di Comuni per regione (5.535 su 8.092) anche se le città padane hanno una popolazione media più bassa rispetto a quelle meridionali. Ma all'assemblea Anci vale il criterio di "un Comune un voto", e il gioco è fatto.

Mancano poco più di tre mesi e la trattativa è in corso, anche se quasi esclusivamente sotto traccia. Nelle scorse settimane sono circolati come papabili i nomi di Fassino e Renzi, ma la riproposizione di due città che hanno espresso i due presidenti più recenti consente di malignare che siano manovre di facciata. Il terzo nome è quello del sindaco di Bari, Michele Emiliano, che già è membro del pletorico ufficio di presidenza e per il suo partito ha la responsabilità sulle politiche del Mezzogiorno. «Parte favorito» dice il Corriere, ma la storia di quello che entra papa e esce cardinale è fin troppo nota: in casa pd, poi…

Il centrodestra non è che stia a guardare: Alemanno presiede già il Consiglio nazionale dell'Anci e ambirebbe a essere il primo di destra a conquistare la presidenza dell'associazione. C'è poi una sostanziale autocandidatura di Flavio Zanonato, l'ex pci che indossa la fascia tricolore di Padova. Il primo è stato "sistemato" dalla Lega, che ha già detto no. Il secondo invece pure. Perché la verità è che destra-e-sinistra è uno schema che non regge: «L'Anci ha una rappresentanza tendenzialmente consociativa, frutto di accordi tra i partiti, regione per regione», ha spiegato recentemente Chiamparino, che infatti – per dire – a suo tempo fu «acclamato», non eletto.

Emiliano è espressione di una coalizione di sinistra, è presidente del Pd pugliese, ma si muove che sembra un sindaco di destra; ha ottimi rapporti con l'altra metà dell'arco costituzionale, forse perfino migliori di quelli che intrattiene con la sua metà; il quotidiano «Barisera» scrive di una intesa (inedita) con Fitto, la qual cosa male non fa, visto che il ministro magliese ha la delega ai Rapporti con le Regioni e le autonomie locali. Insomma, a occhio la partita si gioca facile se il Pd non fa tiri mancini e il Sud fa fronte comune. Con una Lega di governo che ha ceduto il passo a quella di lotta, mancherebbe soltanto che il Mezzogiorno continuasse così, morettianamente facendosi del male.

© Tiscali notizie

Commenta il post