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Residenze sanitarie, una risposta ai bisogni degli anziani

Pubblicato su da Antonio

Italiani, popolo pi? vecchio del mondo. Lo dice l?Onu. Significa che un italiano su quattro, tanti sono gli ultrasessantenni di casa nostra, ha ?sapienza e conoscenza?, come dicevano gli antichi. Il che rincuora, ma induce una riflessione. O almeno dovrebbe. Come dovrebbe indurre a riflettere un altro dato: nel 2030, gli anziani potrebbero essere pi? delle persone in et? lavorativa. Con l?aggravante che l?et? media della popolazione dello Stivale cresce dal 1951 a un ritmo di 4 mesi l?anno. Attorno a questo ci si ? confrontati, ieri a Bari, in una tavola rotonda organizzata dal Consorzio San Raffaele, del gruppo Tosinvest Sanit?. L?occasione ? stata l?avvio delle prime Residenze sanitarie assistenziali, sette strutture distribuite lungo tutto il territorio regionale, le prime sette delle undici aggiudicate al Consorzio dalla Agenzia regionale di sanit? della Regione Puglia, con un recente bando europeo. ?Prima d?ora non ne erano mai state realizzate in questa Regione?, ha spiegato Antonio Capurso, titolare della cattedra di Geriatria dell?Universit? di Bari, ?e questo risultato rappresenta una possibilit? assistenziale nuova per quei soggetti, prevalentemente anziani, con malattie croniche e degenerative che non possono essere assistiti a domicilio?. Quanto bisogno di fosse delle Rsa, in Puglia, ? detto ancora da statistiche. E? vero che il Tacco d?Italia resta una regione ancora a bassa prevalenza di anziani (solo il 15% su una media nazionale di quasi 10 punti pi? alta). Emerge per? da dati Istat che nei prossimi vent?anni la popolazione pugliese over 60 seguir? un indice di incremento fra i pi? alti d?Italia (crescer? di un punto percentuale ogni anno). Bene ha fatto la Regione, a ?incrementare notevolmente i posti-letto di geriatria?, ha detto il direttore dell?Ares, Mario Morlacco, ?convertendo un gran numero di letti per acuti?, all?interno del nuovo Piano di riordino della rete ospedaliera. Sono cos? 622 in totale i posti-letto gi? attivi da San Nicandro Garganico e Troia, nel Foggiano, a Campi e Alessano nel Salento, passando per i tre centri in Terra di Bari, Andria, Alberobello e Locorotondo, Ostuni nel Brindisino e Torricella e Crispiano nel Tarantino. Queste ?attivazioni?, immagina Franco Mastroianni, geriatra e coordinatore sanitario del ?San Raffaele?, ?ridurranno l?elevato tasso di ricoveri?, molti dei quali ?non appropriati?. Su una media nazionale di 160 ricoveri per 1.000 abitanti, in Puglia se ne contano 80 in pi?. Rsa ? infatti anche l?acronimo che traduce una risposta migliore alle esigenze degli anziani: ?riduce il ricorso alla ospedalizzazione per le malattie croniche?, ha illustrato Mastroianni, ?e riduce i costi di gestione? che sopportano le Asl per questo tipo di degenze. Per non parlare della ?ricaduta occupazionale? che questa nuova forma di assistenza comporta. Come per dire che Rsa porta giovamento anche a chi ancora non ha l?et? per usufruirne direttamente. Non foss?altro se non per il fatto che un anziano che vive bene la sua et?, e anche la sua malattia, pu? ancora mettere quella ?sapienza e conoscenza? al servizio della societ?.

[da Libero]

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